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“ Recitare ? Che brutta parola! Se si trattasse di recitare soltanto; io sento che non ho mai saputo né saprò recitare! Quelle povere donne delle mie commedie mi sono talmente entrate nel cuore e testa, che mentre io m’ingegno di farle capire alla meglio a quelli che mi ascoltano, quasi volessi confortarle… sono esse che, adagio adagio, hanno finito per confortare me! Come - e perché, e da quando – mi sia successo questo “ricambio” affettuoso, inesplicabile e innegabile tra quelle donne e me… sarebbe troppo lungo e anche difficile – per esattezza – a raccontare.

Il fatto sta che, mentre tutti diffidano delle donne io me la intendo benissimo con loro! Io non guardo se hanno mentito,

se hanno tradito; se hanno peccato, se nacquero perverse, purché io senta che esse hanno pianto, hanno sofferto

o per mentire o per tradire o per amare… io mi metto con loro e le frugo non per mania di sofferenza

ma perché il compianto femminile è più grande e più dettagliato,

è più dolce e più completo di quello che ne accordano gli uomini!”

 

Il lavoro si divide in due, e la divisione segue la marcia della Duse verso un’arte sempre più consapevole.

Una prima parte “squisitamente artefatta” e un’ultima Duse, ormai anziana, “tutta luce immacolata”.

E’ una NON OPERA, un inno alle donne.

 

Un ringraziamento doveroso al testo di Mirella Schino, Eleonora Duse – Storie e immagini di una rivoluzione teatrale, per aver raccontato questa straordinaria donna, trascendendo le influenze maschili che hanno confuso le sue tracce e liberandola dai cliché che oscurano il genio femminile. È stato il punto di partenza indiscusso di tutta la ricerca.

IL LAVORO VINCE IL PREMIO D&DCOME MIGLIORE PRODUZIONE ITALIANA 2024\ MIDDLE SCALE

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